letture 2011 | |
La fortuna del Santo Sepolcro
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LA FORTUNA DEL SANTO SEPOLCRO NEL MEDIOEVO Spazio, liturgia, architettura
Un unico modello, il Santo Sepolcro, cuore dell’ecumene cristiana, moltiplicato in centinaia di repliche diverse le une dalle altre, sparse in Europa, nei paesi mediterranei, in Africa. Un caleidoscopio di forme, di strutture, di spazi costruiti per riti e celebrazioni che vengono ripetuti inalterati nell’impostazione a rinnovare un solo mistero, eppure sono variati nel tempo secondo le trasformazioni della L' exemplum di Gerusalemme e i simulacra costruiti nel mondo tra l’età tardoantica e i primi secoli dopo il Mille sono legati da rapporti che non sono solo devozionali, ma formano un fitto tessuto di relazioni culturali, figurative, ecclesiali, politiche. Vi si intrecciano immagini del cosmo, proiezioni ideali, forme del disegno, committenze di vescovi, ordini religiosi e ordini militari, esperienze di pellegrinaggio, memorie e celbrazioni di spedizioni armate.Lo stesso prototipo è cambiato nel tempo, edificato, distrutto e ricostruito più volte. Sono mutate le percezioni che ne hanno riportato i pellegrini e sono svariate le sue copie, in un processo plurimo scandito da eventi singoli, rielaborazioni locali e percorsi artistici di lungo periodo. Buona parte della societa medievale, con le sue contraddizioni, le sue lacerazioni e le sue aspirazioni più alte, finisce, così, per riflettersi nella relazione profonda tra la tomba vuota di Cristo e le sue innumerevoli riproduzioni, che sono per noi oggi altrettanti specchi, talvolta deformati e frammentati, di un mondo straordinariamente ricco di scambi e di contaminazioni.
Renata Salvarani (www. renatasalvarani.it), medievalista, insegna Storia locale e Storia e cultura del territorio all’Università Cattolica di Brescia e all' Università dell' Insubria.Indaga il fenomeno delle imitationes architettoniche del Santo Sepolcro come terreno di incontro fra percezioni dello spazio, meccanismi di progettazione e forme della devozione e della liturgia, nel più ampio contesto dell’elaborazione della comunicazione simbolica nel Medioevo. Oltre a numerosi saggi, su questi argomenti ha pubblicato Verso Gerusalemme. Crociati, santuari, pellegrini, Bergamo 2000 (con Franco Cardini e Michele Piccirillo) e Deus non voluit. I Lombardi alla prima crociata (1100-1101), Milano 2003 (con Giancarlo Andenna).
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